VINCENZO BALSAMO – Isotopie e trasformazioni

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Le quaranta opere in esposizione rappresentano una ulteriore fase del percorso dell'artista  all'interno dell'astrattismo magico. La coerenza con cui Balsamo conduce la sua ricerca è  ben   equilibrata e coraggiosa. Un movimento interno la governa e richiama un flusso di coscienza, che si mantiene unitario nel fluire del tempo.

Balsamo realizza le sue opere attraverso una lunga e laboriosa operatività. È in un certo senso un'arte lenta la sua, per le decantazioni delle cromie, delle forme, per la sapienza e il rispetto delle tecniche, per l'intelligente capacità di mediazione. La stessa partitura cromatica è particolarmente interessante. Ci sono colori giocati sulla medietà dei toni senza eccessi di sorta.

Quella di Balsamo è una modalità di indagine serena, vissuta nella consapevolezza etica del dovere da compiere, nella certezza di non potere come uomo e come artista sottrarsi ad essa. Il suo lavoro è lo specchio di un'arte pulsante di vita: sono segni di torsioni, di volizioni, di forze cinetiche; segni delle infinite modalità di porsi in un mondo in movimento continuo.

Negli spazi della memoria e della pittura il nostro artista trova risorse insperate: l'emozione del moto ondoso, il mutevole colore del mare al variare delle profondità, l'aprirsi delle ocre aranciate come corniole, le terre dorate dalle messi mature, le policrome partiture delle saline, il modularsi della luce del giorno e del buio della notte e, su tutto, il perenne agitarsi del vento.

Sono segni che richiamano dati riconoscibili eppure non è un legame mimetico ad un soggetto riconoscibile ciò a cui Balsamo tende. Spesso gli stessi segni sono presenti nelle diverse opere in eguali posizioni, pure significando altro. Vi sono famiglie di segni che si ripresentano. La loro ripetizione ne conferma l'importanza comunicativo-espressiva. È proprio l'effetto di ridondanza che permette di istituire una maggiore comunicazione tra l'artista e lo spettatore.

I suoi segni compendiari producono delle trasformazioni all'interno della composizione. Sul piano semantico l'iterazione  veicola indicazioni perturbanti di isotopie. Il compito del visitatore può essere allora quello di cogliere, secondo il contesto in cui l'artista li inserisce, la valenza isotopica dello stesso segno e le molte famiglie di trasformazioni che gli stessi segni producono.

Questa esposizione è un invito ad un dialogo tra l'artista e lo spettatore e poco importa se  lo sguardo rompe l'immagine tradizionale. Attraverso la ripetizione, l'accumulazione o le molte trasformazioni che vengono delineate sul supporto pittorico, l'occhio realizza il mondo, lo rivela anzi alla sua origine. Il pittore e lo spettatore insieme possono creare un catalogo dinamico di forze, di pulsioni, di volizioni che permette ad entrambi di tornare di nuovo a vedere.

In galleria è disponibile il catalogo con testi di Gianni Cerioli e di Richard von Rabensaat.

Dopo Cento la mostra verrà esposta a Berlino presso la HF Contemporary Art Gallery, dal 7 Maggio al 4 Giugno 2011.


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